Una donna di 52 anni, ricoverata all'ospedale Cotugno di Napoli da una decina di giorni è morta questa mattina: è la settima vittima a Napoli dell'influenza A. Il virus continua a causare casi gravi e ricoveri. I pediatri della società italiana di pediatria hanno registrato nell'ultima settimana un aumento del ricorso al pronto soccorso dell'80% per i bambini. La paura però sta crescendo dopo la morte della bambina a Napoli, dodicesima vittima in Italia, prima fra i bambini nel nostro paese. E ora i pediatri invitano ad immunizzare subito i piccoli. Ma, ha spiegato il ministero del Welfare, alla data del 30 ottobre scorso, tutte le Regioni sono state in grado di iniziare l'offerta vaccinale. Una terza quota di vaccino sarà distribuita nei prossimi giorni e complessivamente, con queste prime tre consegne, alle Regioni sono distribuite più di 2 milioni di dosi di vaccino, ripartite proporzionalmente alla popolazione residente di ciascuna. Ma dalle regioni le notizie sono meno rassicuranti: a parte l'Emilia Romagna che ha cominciato per prima, solo la Lombardia ha annunciato la vaccinazione da domani della popolazione a rischio, quella inserita nell'elenco del ministero. Intanto in tutta Italia i casi delle persone affette dal virus e ricoverate non sembrano migiorare. Qual'è la verità? Dobbiamo o no preoccuparci di questo virus dopo tutto quello che è successo? Ma soprattutto, quanto ancora dovremo aspettare per essere vaccinati tutti? Per il momento facciamo attenzione a luoghi troppo affollati, all'igiene delle mani, a non toccarci naso, bocca e occhi e ad usare una mascherina se è possibile.
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