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Il museo dell'innocenza, è il nuovo romanzo di Orhan Pamuk, scrittore da sempre impegnato nel raccontare la Turchia e Istanbul, la sua amata città. La storia parla di Kemal Basmaci, trent'anni e di buona famiglia che un giorno entra in un negozio per comprare una borsa alla fidanzata. Si imbatte così in una commessa di straordinaria bellezza: la diciottenne Füsun, sua lontana cugina. Fra i due ha ben presto inizio un rapporto, anche eroticamente molto intenso, che travalica le leggi morali della Turchia degli anni Settanta. Kemal tuttavia non si decide a lasciare Sibel, la fidanzata. Così si fidanza, con un sontuoso ricevimento, ma Füsun sconvolta dal suo comportamento scompare, mentre Kemal arriva a trascurare gli affari, si ritrae sempre più dal suo ambiente e alla fine scioglie il fidanzamento. Quando, dopo atroci patimenti, i due amanti si ritrovano, nella vita di Füsun tutto è cambiato...E per sapere cosa succede dopo dovete ovviamente comprare questo splendido romanzo e leggerlo!


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1 commenti

Can ha detto... @ 15 marzo 2010 alle ore 20:18

Pamuk è sempre “esagerato” nei suoi libri, ed in questo suo ultimo lo è ancora di più. Devo ammettere che alcune parti, soprattutto a metà, paiono francamente eccessive e pesanti, poteva snellirlo tranquillamente di un centinaio di pagine. Ma forse è proprio questa la forza del libro, si ha la sensazione che Pamuk voglia “giocare” con il lettore e quasi sfibrarlo, per fargli vivere quelle stesse sensazioni provate da Kemal per 8 anni, tutta quella frustrazione e quella sofferenza.

Pur riscontrando dei difetti (anche evidenti) nel libro, devo ammettere che alla fine mi è piaciuto molto, perchè molto vicino al mio tipo di sensibilità. L’amore come tema centrale della vita, e l’importanza degli oggetti, di tutto ciò che rappresentano, dell’impossibilità di liberarsi di loro perchè ricordano un passato a noi caro, queste cose fanno parte di me.

E’ un’opera che cammina sul filo sottile che collega amore, passione ed ossessione, ed invita a riflettere sulle differenze ed il vero significato di queste parole. Io resto convinto che l’amore sia in primo luogo condivisione.

Di certo il libro trasuda un amore evidente di Pamuk per i musei, dipinti come veri luoghi dell’anima, peraltro ne vengono nominati centinaia, ma non viene nominato il Rahmi Koç di Istanbul, un museo che risponde appieno alle caratteristiche tanto care a Pamuk ed uno dei più belli che io abbia mai visto.

Altra protagonista è ovviamente la città di Istanbul, con Pamuk non è certo una novità, e non nascondo che leggere il libro, per uno come me, che conosce bene tutti i quartieri e le zone di cui parla, quindi potendo seguire ed immaginando nitidamente gli spostamenti di Kemal a piedi o in macchina, aiuta sicuramente a godere appieno dell’atmosfera che il libro regala.

Gianluca

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