Mentre il regista Danny Boyle ha vinto l'Oscar ed ha aumentato il suo successo, i piccoli e poveri attori del suo "The Millionaire" sono ritornati alla vita di sempre. Dopo aver passato la notte degli Oscar a firmare autografi, aver visitato Disneyland e aver conosciuto il successo nel mondo occidentale, il piccolo Azharuddin Ismail, protagonista del film, è ritornato nella sua baraccopoli indiana. Al suo ritorno Azharuddin ha trovato il padre-padrone pronto ad esporlo fuori dalla baracca come un trofeo, dandolo in pasto a giornalisti e tv. Lui si è rifiutato e quel «no» ha scatenato la furia del padre, che ha cominciato a prenderlo a botte. Calci, pugni, sberle in faccia, nonostante le grida della madre che supplicava il marito di smettere. Ancora schiaffi, calci, fino a che i vicini non sono intervenuti, la “punizione” era finita. Azharuddin è rimasto scioccato e in lacrime dopo l’aggressione. Ieri non è andato a scuola e deve riprendersi. E soprattutto non vuole più tutta quell’attenzione intorno a sé. Il padre a tarda sera si è scusato dando la colpa allo stress delle scorse settimane: «Mi dispiace... ho perso la testa. Non volevo fargli male, ma lui deve cambiare atteggiamento, ha sbagliato». E il bambino, ha detto ai giornalisti con le lacrime agli occhi: «E’ successo perché sono stato cattivo... mio padre mi ama e vuole solo il mio bene». Non è facile essere prelevati da Mumbai, vivere la vita di Hollywood e poi ritornare in una baraccopoli. E non è facile la vita che si conduce li: il padre di Azharuddin guadagna 100 rupie al giorno, circa un dollaro e mezzo, ma da qualche settimana è fermo a letto per la tubercolosi. Forse la disperazione della sua esistenza e lo spiraglio di una vita migliore intravisto con la partecipazione del figlio a questo grande film lo hanno portato a compiere un gesto, si ingiustificato, ma altrettanto disperato e istintivo. Ma "The Millionaire" non ha dato ricchezza ai suoi piccoli protagonisti, una volta ricevuti gli otto Oscar la loro vita è ritornata quella di prima.
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Cinema
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