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Da sempre l'opinione pubblica è divisa sulle condizioni di vita degli animali nei circhi. C'è chi parla di addestramenti duri e violenze e chi invece sostiene che questi metodi non sono più usati. La legge italiana sembra stia per muovere dei passi finalmente. Lo scorso mese a Madrid, un gruppo di attivisti si è incatenato per più di otto ore all’entrata del Circo Americano, simulando la terribile situazione degli animali utilizzati in questi spettacoli. I giovani hanno mostrato anche fotografie scattate di nascosto all’interno dello stesso circo, che ritraggono elefanti in catene, tigri in gabbie assai anguste, cammelli e zebre con gravi infezioni causate dai maltrattamenti e dalle privazioni cui sono sottoposti. Questa documentazione è solo una delle tante che smentiscono le difese di chi si ostina a negare che al circo si verifichino fatti simili. L’attività circense è regolamentata in Italia dalla Legge 337/68, seguita da una circolare esplicativa del 1989 (4804/TB30) e da innumerevoli Decreti Ministeriali, i quali più che altro confermano i criteri sulle autorizzazioni annuali. Nella legge però, non è contenuta alcuna norma a tutela degli animali. I circhi dovrebbero inoltre rispettare quanto stabilito dalla “Convenzione Internazionale di Washington sul commercio di specie in via di estinzione” ed i cui reati sono in Italia previsti dalla Legge 150/92. La stessa legge, modificata dalla n. 426 del 9.12.98, consente ai circhi di detenere animali pericolosi solo se “dichiarati idonei dalle autorità competenti in materia di salute e incolumità pubblica, sulla base dei criteri fissati previamente dalla Commissione Scientifica. Per fortuna, qualche sindaco come quelli di Alessandria, di Modena e pochi altri hanno adottato alcune ordinanze che, vietano l’attendamento di circhi con animali nel loro territorio di competenza. Teoricamente i Comuni non potrebbero vietare in assoluto l’attendamento dei circhi, in quanto un Comune non può vietare ciò che a livello nazionale è del tutto legale e riceve anche sussidi dallo Stato, ma a livello nazionale qualcosa comincia finalmente a muoversi. Risale allo scorso novembre una proposta di legge, ancora in corso di esame, presentata dall’On. Gabriella Giammanco dal titolo “Norme per la graduale dismissione dell’uso di animali da parte dei circhi e per il sostegno dello spettacolo circense”. In base a tale proposta, i contributi del FUS (Fondo unico per lo spettacolo) verrebbero assegnati solo ai circhi e agli spettacoli viaggianti che non usano animali, e nel nostro Paese non potrebbero entrare circhi stranieri che li usano per i loro spettacoli. A fianco di tutto ciò, si prevede anche l’istituzione di una commissione presso il Ministero dell’Ambiente, che si occupi di gestire la dismissione graduale degli animali già attualmente “in servizio” nei circhi, occupandosi di individuare le migliori sistemazioni alternative. In Francia ed Inghilterra, ad esempio, il circo senza animali è una realtà, e il circo più famoso al mondo che non ha mai utilizzato animali nei suoi spettacoli è il Cirque du Soleil, e chissà che anche nel nostro Paese si incomincino a muovere i primi passi. Basta quindi ad orsi ballerini, elefanti equilibristi e tigri acrobate! Basta! E' una vera crudeltà che se solo avessi compreso da bambina non ci avrei mai messo piede in un circo!


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