Il 15% dei morti in questa guerra sono bambini e ragazzni. Intanto Hamas annuncia: “Uccidono i nostri figli, uccideremo i loro". Da una parte e dall'altra sono sempre loro le prime vittime. "Ammazzando i nostri bambini gli israeliani hanno autorizzato l’assassinio dei loro", ha dichiarato Mahmoud Zahar, l’uomo forte di Hamas, dopo aver incitato i miliziani con la bandana verde a "resistere fino alla vittoria". Nella trincea di Gaza il sangue si vendica col sangue. Tantissimi i bambini che hanno perso la vita ingiustamente o che hanno rischiato di perderla. Alla piccola Snir di 3 mesi, per esempio, è mancato poco. Ieri, quando la sirena ha svegliato gli abitanti di Gadera, una città a 30 chilometri da Tel Aviv, la sorella ha fatto in tempo a portarla in salvo nel bunker correndo dietro a mamma Greta e due fratelli. Quindici secondi. Il missile Grad è atterato a pochi metri ferendo la bimba alla fronte. Negli ultimi tre anni i razzi sparati da Gaza si sono portati via la vita di 4 minori. "I nostri bambini vedono tutto, sentono la guerra e impazziscono di paura", nota il parroco di Gaza, monsignor Manawel Musallam. Racconta Sajy Elmaghinni, responsabile dell’Unicef nella Striscia, che "molti hanno smesso di mangiare, sono passivi, parlano a mala pena, si aggrappano ai genitori". Gli stessi sintomi dei coetanei che abitano a una ventina di chilometri di distanza, al di là del confine. Valeria Matihas, direttrice del servizio psicologico infantile di Sderot, li cura da anni: "Hanno ansia, attacchi di panico, vogliono dormire con mamma e papà e riprendono a fare la pipì a letto anche se grandicelli". A Sderot insegnano tecniche di respirazione e rilassamento sin dalla scuola materna, rivela Shos Sido, sovrintendente degli asili nido cittadini. A Gaza oggi la lezione numero uno è sopravvivere. Questa guerra DEVE finire, lo spero dal profondo del mio cuore...
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