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In occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione indetta dalla FAO per il 16 ottobre e dedicata al cambiamento climatico e alla bioenergia, la LAV invita i cittadini a rendersi protagonisti di un miglioramento del clima, della distribuzione di risorse e a contribuire a diminuire la sofferenza degli animali senza aspettare le decisioni di governi e istituzioni: da subito vegetariani un giorno a settimana! La proposta, peraltro avanzata recentemente anche da autorevoli vegetariani come l’oncologo Umberto Veronesi e il presidente dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), Rajendra Pachauri, parte dal presupposto che i temi all’ordine del giorno dei lavori della FAO sono entrambi legati all’elevato consumo di prodotti di origine animale da parte dei Paesi industrializzati. Gli allevamenti intensivi, infatti, costituiscono una imponente fonte di gas serra, rappresentano un modo altamente inefficiente di coltivare la terra – considerando, ad esempio, che un raccolto destinato all’alimentazione di animali allevati per la loro carne fornisce un trentesimo delle proteine che lo stesso terreno produrrebbe se coltivato a soia - oltre ovviamente ad essere causa di sofferenza per miliardi di animali. Se la popolazione adulta italiana (circa 48 milioni di persone) mangiasse vegetariano 1 giorno a settimana, si risparmierebbero: co2, acqua, terreni coltivabili e la vita di oltre 11 milioni di animali. Il World Food Summit del 1996, inoltre, aveva posto come obiettivo quello di dimezzare la fame nel mondo entro il 2015. Ma a sette anni da questa scadenza, e ben dodici dopo quell’impegno, il numero di persone che soffrono la fame non solo non è diminuito, ma anzi la situazione rischia di peggiorare ulteriormente proprio a causa dei cambiamenti climatici e dell’aumento dei prezzi del cibo dovuto, tra le altre cose, all’utilizzo dei terreni coltivabili per la produzione di biocarburanti. La FAO sostiene da anni che il settore agricolo debba essere considerato cruciale per l’adozione di politiche ambientali, e nel proprio recente rapporto intitolato "Livestock long shadow", riconosce il ruolo che gli allevamenti intensivi giocano nella produzione di gas serra. Nonostante ciò, le soluzioni proposte non affrontano in nessun modo il problema chiave dell’elevato consumo di prodotti animali dei Paesi industrializzati. La diminuzione del consumo di prodotti animali, è un dovere morale per tutti. Vi incollo qui il link del sito della LAV, iscrivetevi anche voi!http://www.lav.it/


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